Chi fu Carlo Mollino? Probabilmente l’ultimo grande bizzarro che obbedendo alle sue infinite ossessioni si appassionava di edifici, di mobili, di tecniche sciistiche, di aerei e di auto da corsa. E di fotografie molto private: usando l’arcaica Polaroid realizzava nella sua casa fotografie blandamente erotiche che poi lavora con pazienza, abilità e virtuosismo, come miniature, con cospicue operazioni di ritocco su molte parti dell’immagine. È la ricerca di un incontro con la parte femminile, con un diverso da sé che viene ricostruito a somiglianza dei propri desideri. Mentre nelle sue architetture prendeva a modello la figura femminile (o parti di aereo, altro amore) a cui si ispiravano molte delle piante dei suoi edifici, nelle sue fotografie Mollino desidera ricostruire l’architettura dei corpi a somiglianza di uno statuario modello ideale: i volti sono spesso dissimulati in maschere da manichino, la teatralizzazione dei costumi è accentuata a colpi di pennellino che ricamano pizzi, allungano capelli, affilano tacchi. Questa è la ristampa del volume edito nel 1999, con testi di Daniela Palazzoli, Giovanni Arpino e Fulvio Ferrari, presidente dell’Associazione Culturale Casa Mollino.
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